Autopsicografia

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore



F.Pessoa

ALBERI

ALBERI
il mio prato incantato

lunedì 14 aprile 2008

ARCOBALENO



Il poeta è un fingitore, immagina ogni sentimento
E nella sua finzione tutto è dilatato.
Ogni sensazione ha la dimensione dell’immensità.
Messo di fronte al dolore vero, non è capace di
smorzare, di vedere al di là del suo momentaneo
smarrimento.
Prende la tristezza degli altri, sicuro di poterla
cancellare, distruggere con le parole.
E indossa con la stessa leggerezza lo stupore,
la gioia, la malinconia, la stanchezza del vivere.
Ne fa scrittura, segno, ricordanza.
Incolla sulla carta, per dimenticare d’essere
spettatore, per trovare un posto dove potersi
specchiare.
E a chi gli chiede “Come stai” spesso risponde
“Mi duole l’anima, oggi"

giovedì 3 aprile 2008

I HAVE A DREAM

“Oggi vi dico, amici, non indugiamo nella valle della
disperazione,
anche di fronte alle difficoltà dell'oggi e di domani,
ho ancora un sogno”
Un buongiorno con un sorriso, la disponibilità alla
comprensione, l’accoglienza al diverso.
Cedere il posto in treno, rispettare il turno nelle code,
tollerare la maleducazione.
Pensare che siamo tutti sullo stesso pianeta, che è
solo un granello dell’universo.
Sapere che l’arroganza, la presunzione sono espressioni
di debolezza.
Quarant’anni fa un uomo è stato ucciso perché dava
fastidio, perché osava parlare di uguaglianza.
Ora più che mai, è intatto e prezioso il suo sogno.
Non è indispensabile partecipare alla marcia per i
diritti civili, basterebbe che ognuno iniziasse a mettere
in pratica piccoli gesti di cortesia.
Di gesto in gesto: una catena di generosità che
potrebbe davvero cambiare il mondo.