Autopsicografia

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore



F.Pessoa

ALBERI

ALBERI
il mio prato incantato

martedì 11 novembre 2008

UNA MATTINA

Cammino dentro un tappeto di foglie rumorose, il cielo
è basso grigio indifferente uguale a se stesso.
Nessuna nuvola gentile.
Luce opaca sul sentiero scivoloso.
Macchie di colore sugli alberi, avanzi di bacche rosse.
Nell’anima tedio e meraviglia, voglia di costringere
le stagioni, di fermare il tempo in un posto tranquillo.
Di poter dormire sogni sognanti.
D’abbracciare un affetto improvviso.
Di ascoltare note trascinate.
D’indossare la veste usata della solitudine.




lunedì 20 ottobre 2008

DIVINAZIONI


Quelli che vanno alla prima messa del mattino la conoscono bene,
da tempo chiede l’elemosina accanto al portone del santuario.
Ha la bellezza selvaggia del suo popolo, gonna lunga a fiori e
orecchini immensi di perline.
Le chiedo se vuole venire a far colazione, il bar è vicino.
Mangia due brioches, beve la cioccolata densa e calda.
Parla, dei suoi figli, di suo marito.
Pronuncia i nomi con orgoglio, con un lampo di fierezza negli
occhi scuri.
Dice che nessuno di qui l’ha mai invitata al bar, che le danno
dieci, venti centesimi in fretta, senza guardare.
Mi prende la mano, segue le linee con il dito.
“Amore, fortuna per te, tutto scritto nel destino, vai incontro alla felicità.”
Sorrido, penso che è il suo mestiere, vendere illusioni.
Ringrazio, dico che a me basta vivere oggi, domani sarà tutto nuovo.
Mi abbraccia,”bella signora ciao” mormora.
La vedrò ancora, una di queste domeniche.
Lei è sempre lì, in attesa di qualche spicciolo, forse di un gesto, una parola.

domenica 14 settembre 2008

ROMEO

E’ nato il sole, è nato un bambino.
Un uomo in miniatura.
Guardi la perfezione del suo corpo,
mani, piedi unghie e dita.
E la sua fronte corrugata, le sue smorfie.
Credi di vedere l’ombra di un sorriso
Credi capisca le tue parole.
E’ un piccolo despota.
Vuole mangiare, e, con un filo di latte
traboccante dalle labbra, dormire
sul corpo della mamma.
Amore, calore, cibo.
Crescerà sin troppo in fretta.
E durante la vita, ricorderà la
gioia di quando bastava essere sazi
e coccolati. Forse.

sabato 26 luglio 2008



Giorni di vacanza, riposo, sole, mare affollato
e sabbia dorata.
Ore lunghe da passare, s’inventano nuovi ozii
Non si riesce a leggere, troppa confusione,
troppe altre parole volano da sotto gli ombrelloni.
Il nulla si prende la rivincita, nessun pensiero,
se non quello di spostare il lettino per correre
dietro al sole.
Formine e palette e acqua di mare per costruire
castelli e piste per le biglie, e scavando ho
incontrato una conchiglia.
L’ho guardata, rigirata tra le mani, ammirata
toccata.
Forse ha più anni di me, forse ha passato
tempeste e maree, minuscolo esempio della
perfezione della natura.
Il pensiero è tornato e s’è allungato nella vertigine
dell’immensità.

venerdì 6 giugno 2008


Tuba, trombone, sax, tromba.
Musica di strada, antica, affascinante, attraversata
da zingaresca slavitudine.
Pulita, barocca, chiassosa.
D’avvolgenti lontananze.
“Musica per matrimoni e funerali”dice Kusturica.
Nel suono:
Immagini di strade impolverate perse nei campi.
Di gente che le cammina, andando chissà dove.
Di notti inquiete con le voci dei cani e dei lupi.
Di tranquille solitudini negli inverni impigriti.
Ritmo e melodia sono ricordi ancestrali.
Scritti nell’anima.
Riaffiorano, svegliati dagli ottoni.







domenica 11 maggio 2008

PAROLE DI UNO SPAVENTAPASSERI


Guardo il tempo trascorrere nei segni antichi del cielo
e della terra.
Cerco un appiglio per staccarmi da qui:
poter lasciare orme cadenzate, musicali, sul fruscio
degli steli.
Sognare di avere braccia e dita per dirigere l’orchestra
del vento e della pioggia.
Immobile qui e guizzante altrove, al di là della
costrizione.
Inventerò le ali e me ne andrò alla scoperta degli
azzurri sentieri dell’infinito.









lunedì 14 aprile 2008

ARCOBALENO



Il poeta è un fingitore, immagina ogni sentimento
E nella sua finzione tutto è dilatato.
Ogni sensazione ha la dimensione dell’immensità.
Messo di fronte al dolore vero, non è capace di
smorzare, di vedere al di là del suo momentaneo
smarrimento.
Prende la tristezza degli altri, sicuro di poterla
cancellare, distruggere con le parole.
E indossa con la stessa leggerezza lo stupore,
la gioia, la malinconia, la stanchezza del vivere.
Ne fa scrittura, segno, ricordanza.
Incolla sulla carta, per dimenticare d’essere
spettatore, per trovare un posto dove potersi
specchiare.
E a chi gli chiede “Come stai” spesso risponde
“Mi duole l’anima, oggi"

giovedì 3 aprile 2008

I HAVE A DREAM

“Oggi vi dico, amici, non indugiamo nella valle della
disperazione,
anche di fronte alle difficoltà dell'oggi e di domani,
ho ancora un sogno”
Un buongiorno con un sorriso, la disponibilità alla
comprensione, l’accoglienza al diverso.
Cedere il posto in treno, rispettare il turno nelle code,
tollerare la maleducazione.
Pensare che siamo tutti sullo stesso pianeta, che è
solo un granello dell’universo.
Sapere che l’arroganza, la presunzione sono espressioni
di debolezza.
Quarant’anni fa un uomo è stato ucciso perché dava
fastidio, perché osava parlare di uguaglianza.
Ora più che mai, è intatto e prezioso il suo sogno.
Non è indispensabile partecipare alla marcia per i
diritti civili, basterebbe che ognuno iniziasse a mettere
in pratica piccoli gesti di cortesia.
Di gesto in gesto: una catena di generosità che
potrebbe davvero cambiare il mondo.


lunedì 31 marzo 2008

NARCISO


Primavera avara, pigra, infreddolita.
Ha raccolto il coraggio ed è uscito, rabbrividendo.
Stelo lungo e sottile, petali bianchi leggeri.
Narciso selvatico, impavido, dal cuore giallastro.
Il vento capriccioso lo scuote.
Ondeggia, sembra stanco.
Accanto, i fili sottili d’erba appena nati, tessono
il prato.
E i sommessi colori delle viole e delle primule
sono disegni arcani.
Lui vivrà un giorno, forse due.
Ma non lo sa, sfoggia la sua bellezza orgoglioso
di esser fiore, di essere riuscito a guardare il cielo.

venerdì 29 febbraio 2008

L'ORIZZONTE DI VOLODJA






M’han detto “non sprecare questo istante
trova il punto estremo a sappilo varcare
e vedi di spostare l’orizzonte”
Orizzonte fermo, incerta linea di tedio:
Spostarla pare sforzo immane.
Un leggero gioco di dita:
direttore d’orchestra
creatore di suoni e di colori
e di immaginari sogni
d’immaginati sogni
e
si piegano le nuvole
e ondeggia il segno tra cielo e terra
non più rigido piatto immobile
ma duttile, vivo, incandescente,
si sposta con furore e tenerezza.
Più in là, dove abitano le cose
perdute, e dove respira la poesia.
Rose per il poeta.

domenica 3 febbraio 2008

VOLI


Cielo fresco d’azzurro lavato
increspato dai brividi freddi del vento.
Sull’orlo di una pigra nuvola sfilacciata
la punta scura di un’ala
ingrandisce e prende forma d’aquila.
Maestosa regina del volo.
Abbraccia il cielo, veleggia, rema.
Matita di mille solitudini
disegna linee e sentieri nel nulla.
e
Vorrei essere aquila.
Soffici robuste penne e piume.
Occhi appuntiti.
Cuore leggero e impavido.
E volare e planare e sfidare in corsa
le nuvole.







martedì 1 gennaio 2008

DUEMILAEOTTO

Tempo fuggitivo.
Tempo smarrito nelle volute delle nuvole
Tempo perso attendendo i domani.
Tempo: messi di parole, note, ricordi.
Tempo musicante e poetante.
Tempo di sottili trame;
tempo di annodati dinieghi.
Tempo scontroso avvilito scostante.
Tempo inquieto sognatore.
Ingannatore.
Anno bambino:
nuovo tempo di speranze
di voli, di cammini.
Forse silenzi.
O sussurrii.
O nuove lontananze.