Autopsicografia

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore



F.Pessoa

ALBERI

ALBERI
il mio prato incantato

domenica 25 novembre 2007

CIAO, MAURICE.

Maurice Béjart è andato a danzare nel vento
dentro le nuvole.
Grande cantore del linguaggio del gesto,
della postura.
Armonia del corpo in movimento che racconta
passioni, sogni, incanti.
Pas de bourrèe, glissade, sissonne, grand jetè,
e il Bolero diventa un inno alla bellezza, alla gioia
di vivere.
Maurice, occhi chiari trasparenti , conversazione
colta e curiosa, e una cortesia d’altri tempi.
“Madame, è un piacere rivederla”.
Già, andavamo spesso ai suoi spettacoli.
Ed ogni volta era una magia sottile e
maliosa.
Maurice, inquieto genio della leggerezza, grazie.

domenica 18 novembre 2007

OCCHI


Vorrei sapere cosa vedono i tuoi occhi
che so chiari e trasparenti.
E a volte scuri ed appuntiti, quando
qualcosa t’inquieta.
E monelli quando il riso li allarga.
Vorrei sapere in quali distanze si
immergono quando guardi senza vedere
il cielo lontano.
E fermare la fiammella curiosa che
li accende, quando una novità entra
nella tua vita.
E cancellare l’ombra di una lacrima
che li imprigiona, quando un momento
di tristezza sfiora il tuo cammino.


lunedì 12 novembre 2007


La ragazza, stretta nel cappotto scuro, vende sapone
e fiori secchi.
Dice “Lo faccio io, senta che profumo”.
Si, è buono, fresco, semplice.
Ricordo.
La prozia preparava l’impasto, olio, grasso e soda,
lo metteva a cuocere nella grande pentola annerita,
e poi lo versava negli stampi
preparati da noi bambini,
quattro assicelle di legno legate con lo spago,
di misura diversa.
Le più grandi erano per il sapone da bucato, mattoni
verdastri che duravano da una stagione all’altra.
Le più piccole erano riservate al sapone di bellezza.
Una cucchiaiata di impasto e una manciata di
petali di rosa canina, fiori di ortica, salvia
Lavava, si, disinfettava e lasciava la pelle arrossata.
Dopo il bagno del sabato sera ti sentivi mondo, nuovo,
pulito fino all’anima.
Ho comperato un quadratino grigio, odora di lavanda
e di tempi lontani.

martedì 6 novembre 2007


VLADIMIR VYSOTSKIJ 25/01/1938-25/07/1980
Vladimir, Volodja, poeta, attore,cantante russo.
Ha calpestato la vita , ironico bugiardo scomposto e
arruffato. Attore e protagonista, eccessivo, stravagante.
Voce roca, sgraziata-
Poesie cantate con rabbia, malinconia, arroganza.
Non è molto conosciuto in Italia.
Nel 1993 il club Tenco ha pubblicato un cd dal titolo
“Il volo di Volodja”, raccolta di quindici canzoni intense,
tradotte in modo eccellente.
Spicca l’ interpretazione del Maestro Eugenio Finardi che
porge“Dal fronte non è più tornato”con la consueta grande
classe e bravura.
Finardi ha presentato al Festival della letteratura a Mantova,
un progetto, elaborato assieme all’orchestra dei “Sentieri
Selvaggi”, di rilettura musicale di alcune poesie di Volodja.
Ho avuto la fortuna di assistere allo spettacolo. ed è stata una
una profonda emozione.
Credo incarni, Volodja, il sottile senso di ribellione legato ai
ricordi del mio tempo giovane, la voglia di cambiare propria
dell’adolescenza, il fascino del mito “genio e sregolatezza”.
Però m’incanta e commuove ancora oggi, e passa come vento
sui miei pensieri….