Autopsicografia

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore



F.Pessoa

ALBERI

ALBERI
il mio prato incantato

domenica 25 novembre 2007

CIAO, MAURICE.

Maurice Béjart è andato a danzare nel vento
dentro le nuvole.
Grande cantore del linguaggio del gesto,
della postura.
Armonia del corpo in movimento che racconta
passioni, sogni, incanti.
Pas de bourrèe, glissade, sissonne, grand jetè,
e il Bolero diventa un inno alla bellezza, alla gioia
di vivere.
Maurice, occhi chiari trasparenti , conversazione
colta e curiosa, e una cortesia d’altri tempi.
“Madame, è un piacere rivederla”.
Già, andavamo spesso ai suoi spettacoli.
Ed ogni volta era una magia sottile e
maliosa.
Maurice, inquieto genio della leggerezza, grazie.

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